Voci nel Silenzio – La Via dei Canti
TEATRO PIROTECNICO MUSICALE
Nei Sacri Luoghi del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna
Estate 2012
Tra assonanze e dissonanze, tra accordi e disaccordi, nel Giardino di una Civiltà che nel nome del sogno e dell’illusione è del tutto inconsapevole della propria “ignoranza”, nel luogo e nel tempo che della Morte è l’orizzonte ultimo della nostra finitudine, tra finito ed infinito, nel citare le poetiche e profetiche parole di Rainer Maria Rilke: “Solo tra morte e vita si fa ciascuna voce dolcezza imperitura”.
Nell’antica sapienza che degli Antichi, era anzi tutto un “sapere per la vita”, se i Greci ebbero proprio nella ricchezza della loro gioventù la volontà del tragico e furono pessimisti: “Dove il male tace, il bene è assente […] La vita beata, la vita in cui non c’è che il bene essendo stato estirpato il male, può essere soltanto il sogno di un uomo ridicolo”.
“Ciascun polo della realtà è illuminato dalla cruda luce gettata su di esso dal polo contrario […] Un’ombra accompagna il bene tanto più buia quanto più luminosa la vittoria sul male […] È il Caos che dice la bellezza del Cosmo, così come è il Cosmo a dire l’orrore del Caos […] Analogamente, è la Morte a dire la verità della Vita, così come è la Vita a dire la verità della Morte”.
Sergio Givone
Nel fondamentale rapporto del Greco con il dolore e in profondo grado di sensibilità, scorgiamo e riconosciamo quell’immagine che di terribile, malvagio ed enigmatico, è il distruttivo e fatale che si cela in fondo ad ogni esistenza. E se fu Epicuro un ottimista proprio in quanto sofferente, come una “perla nascosta nella sofferenza” si accende e di luce propria risplende, la condizione della felicità.
Ove l’immagine di sé si costruisce nell’occhio di chi ci sta di fronte, nello specchio che questi ci presenta, nella perturbante alterità dell’Individuo, dell’Amore e della Morte, riconosciamo e scorgiamo nella verità del “limitato”, l’occasionale bellezza di un’infinita “ricerca di sé” attraverso il desiderio dell’altro.
“Non esiste coscienza della propria identità senza questo altro che ci riflette e si contrappone a noi fronteggiandoci […] Il sé e l’altro, l’identità e l’alterità vanno di pari passo e si costruiscono reciprocamente”.
Jean-Pierre Vernant
Nell’armonia di un Canto che delle cose caduche in significato, ne supera in sé la caducità, in un “prezioso intermedio spazio” risiede la possibilità propria dell’uomo di essere nel mondo, di descrivere il mondo e con esso, anche la morte. Nella simbologia di un’itinerante “via dei canti” e nel luogo di un corale “sì alla vita”, nel tempo di una danza che di ogni forma è il suo principio, scriveva Friedrich Nietzsche: “Al di là del bene e del male e a dispetto di ogni mutare delle apparenze, in fondo alle cose la Vita è indistruttibilmente potente e gioiosa”.
ORGANIZZAZIONE
Associazione “Amici della Certosa” di Bologna
IDEAZIONE & REGIA
Daniele Robazza
CON LA PARTECIPAZIONE ARTISTICA DI
Enrico Ruscelli, Valeria “Trilly” Billi, Pietro Piva
FUOCHI PIROTECNICI & D’ARTIFICIO
“La Casa dei Fuochi” di Daniela Musiani di Imola
Un ringraziamento particolare ai MUSEO CIVICO DEL RISORGIMENTO DI BOLOGNA per la preziosa presenza e ospitalità.